A mani nude
La regione di Ratanakiri nel nord est della Cambogia fino a pochi anni fa era ricoperta da un’inaccessibile foresta pluviale. Oggi radure brulle e immense piantagioni disegnano il paesaggio.
Nei dintorni di Bar Kaev una comunità di cercatori di zirconi vive scavando e vedendo i frutti che la terra nasconde nel suo ventre.
Pourm, il cercatore che ho seguito, è un contadino senza terra. È arrivato in questa zona 12 anni fa dal sud ovest della Cambogia dopo aver perduto la sua terra. Combattendo contro il suo istinto ma obbligato dalla necessità si infilò in uno di questi buchi nel suolo larghi quanto basta farci passare dentro un uomo e profondo più di 10 metri. Sul cui fondo vi è una camera scavo, nella quale si lavora in ginocchio, a coppie. Qui si estrae a mani nude o con semplici attrezzi i famosi zirconi azzurri di Ratanakiri.
Pourm, mi guarda e ancora non crede che io sia scivolato là sotto con loro, nessuno va mai a trovarli nella camera di scavo.
Il suo sguardo è fiero, sorridendo si definisce un minatore freelance, non ha padrone, scava fianco a fianco al suo compagno con il quale condivide tutto, persino le loro famiglie ormai si sono fuse un solo nucleo.
Non rimpiange la vita da contadino, il suo salario non è fisso dipende da cosa riesce ad estrarre, ma è sufficiente per dare una vita decente alla sua famiglia. Ogni tanto la polizia passa a riscuotere la sua fetta della torta e ogni sera il bottino della giornata è comprato dagli intagliatori di Banlung.
Scavano, setacciano a mani nude, migliaia di metri cubi di terra rossa, cercano e se sono fortunati trovano.
Il reportage racconta la giornata di questi minatori freelance, cercatori del nostro tempo mostrandone la fatica e le condizioni di lavoro.
Banlung, Cambogia, 2017
Articolo online pubblicato su La Citè in italiano
Article en ligne paru sur La Citè en français